Sottozone

L’origine delle sottozone, le tre aree
  del Bardolino descritte già nell’Ottocento.

Capitolo 3.1

Capitolo 3.1.1

Storicamente, all’interno dell’attuale zona di produzione del Bardolino erano riconosciute le peculiarità organolettiche e qualitative dei vini di tre specifiche macro-zone, che tuttavia non trovarono indicazione del disciplinare di produzione approvato nel 1968, venendo reintrodotte solo con la modifica adottata nel 2018.

Capitolo 3.1.2

Nel volume di Giovanni Battista Perez “La Provincia di Verona ed i suoi vini”, edito nel 1900, si riferisce che già intorno al 1825 i “periti estimatori” avevano individuato nell’area del Bardolino le specificità di tre zone note all’epoca come “Valle di Caprino”, “Plaga Gardense” e “Colli Morenici Meridionali”.

Per tali tre zone si era assunto commercialmente un “criterio di bontà progressiva delle uve”. Per inciso, questo avveniva dunque prima della definizione dei cru bordolesi, formalizzata, come noto, con la classificazione del 1855.

Capitolo 3.1.3

La medesima triplice ripartizione dell’area del Bardolino era stata brevemente evidenziata anche nella “Relazione pel 1837 dell’osservatore agrario Bernardino Angelini” contenuta nelle “Memorie dell’Accademia d’Agricoltura Commercio ed Arti di Verona” del 1840: vi si legge che “la vendemmia intanto si affrettava nell'alta porzione della provincia a destra dell'Adige cioè nei Distretti di Caprino, Bardolino e Villafranca”.

Capitolo 3.1.4

I tre distretti vinicoli interni all’area del Bardolino vennero successivamente citati nella “Piccola enografia italiana” di Pompeo Trentin, edita nel 1903. La distinzione delle prerogative organolettiche delle macro aree “distrettuali” venne confermata anche nel 1939 dalla Stazione Sperimentale di Viticoltura ed Enologia di Conegliano.

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I distretti

Capitolo 3.2

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Bardolino

Montebaldo

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Bardolino

La Rocca

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Bardolino

Sommacampagna

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